Questo cortometraggio è la rappresentazione paradossale di una Divina Commedia rivista e riadattata alla realtà siciliana di oggi, con i suoi Inferno, Purgatorio e Paradiso.
Dante e Virgilio sono accolti nell'Antinferno, popolato qui dagli omertosi, "gente che sa,vede,conosce... ma si volta dall'altra parte." Successivamente i due attraverseranno la Vucciria (girone golosi), la Favorita (lussuriosi) e infine, "la macchia più nera", i mafiosi. La rappresentazione evidenzia come siano i Siciliani stessi che spesso si autocondannino, preferendo la triste serenità di un Inferno anonimo all'eroica, ma impegnativa, felicità di un Paradiso glorioso.
Ad accoglierli nel Purgatorio siciliano è un pentito di mafia. Dal lieve sorriso soddisfatto e melanconico traspare la sofferenza vissuta per la difficile scelta effettuata.
A seguire, disposti in due file, l'uno di fronte all'altro, vi sono due gruppi di persone. Essi sono i pentiti di essere emigrati e i pentiti di non essere emigrati. L'atteggiamento è quello del tipico siciliano diviso tra rifiuto per la propria realtà e allo stesso tempo sfrenato amore per essa.
Il Paradiso siciliano è il luogo delle infinite bellezze naturali; è il luogo di artisti di strada, pittori, scrittori, poeti (Renato Guttuso, Luigi Pirandello, etc.), ma anche di lavoratori onesti e di famosi eroi siciliani (Falcone, Borsellino, Padre Puglisi, Impastato).
E' Beatrice a dare un messaggio di speranza: le cose possono cambiare, credendo in sé stessi, nella propria anima e nella propria terra.
Ed in ultimo anche Dante pensa: "Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura... ma poi uscimmo a riveder le stelle. E voi siciliani? Siete in grado di attraversare l'Inferno per poter vivere nello spettacolo di un mondo più giusto e felice?".
Dante e Virgilio sono accolti nell'Antinferno, popolato qui dagli omertosi, "gente che sa,vede,conosce... ma si volta dall'altra parte." Successivamente i due attraverseranno la Vucciria (girone golosi), la Favorita (lussuriosi) e infine, "la macchia più nera", i mafiosi. La rappresentazione evidenzia come siano i Siciliani stessi che spesso si autocondannino, preferendo la triste serenità di un Inferno anonimo all'eroica, ma impegnativa, felicità di un Paradiso glorioso.
Ad accoglierli nel Purgatorio siciliano è un pentito di mafia. Dal lieve sorriso soddisfatto e melanconico traspare la sofferenza vissuta per la difficile scelta effettuata.
A seguire, disposti in due file, l'uno di fronte all'altro, vi sono due gruppi di persone. Essi sono i pentiti di essere emigrati e i pentiti di non essere emigrati. L'atteggiamento è quello del tipico siciliano diviso tra rifiuto per la propria realtà e allo stesso tempo sfrenato amore per essa.
Il Paradiso siciliano è il luogo delle infinite bellezze naturali; è il luogo di artisti di strada, pittori, scrittori, poeti (Renato Guttuso, Luigi Pirandello, etc.), ma anche di lavoratori onesti e di famosi eroi siciliani (Falcone, Borsellino, Padre Puglisi, Impastato).
E' Beatrice a dare un messaggio di speranza: le cose possono cambiare, credendo in sé stessi, nella propria anima e nella propria terra.
Ed in ultimo anche Dante pensa: "Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura... ma poi uscimmo a riveder le stelle. E voi siciliani? Siete in grado di attraversare l'Inferno per poter vivere nello spettacolo di un mondo più giusto e felice?".