Il destino di Peppino Impastato
era stato deciso da tempo, almeno un anno prima di quella orribile notte tra
l'8 e il 9 maggio del 1978, quando il ragazzo di Cinisi che aveva avuto il
coraggio di urlare sotto casa di Tano Badalamenti che «la mafia è una
montagna di merda» venne ucciso barbaramente, e il suo corpo fu coperto di
tritolo per simulare un attentato kamikaze e infangarne per sempre la memoria.
«STAI ATTENTO». Il 29 marzo 2013 il Quotidiano della Calabria ha pubblicato una lettera, poche righe, scritte il 14 aprile 1977 e inviate a Impastato. «Guardati bene dai tuoi veri nemici», un consiglio più che una minaccia, «Stanno studiando qualcosa, ti faranno del male».
La missiva è del tutto anonima, ma dal tono usato sembra scritta da un amico di Impastato.
CONSERVATA NEL CASSETTO DELLA MAMMA. Da anni era conservata in un cassetto della camera da letto della mamma di Peppino, Felicia Bartolotta, e lì è stata ritrovata da Giovani Impastato, il fratello di Peppino, e da Claudio Lacamera, responsabile del progetto 'Un ponte della memoria', mentre sistemavano la casa di Cinisi.
Sul giornale locale sono state pubblicate anche le fotografie della lettera anonima. Un foglio di carta e delle parole che non fanno che accrescere la rabbia per la morte di Peppino.
«STAI ATTENTO». Il 29 marzo 2013 il Quotidiano della Calabria ha pubblicato una lettera, poche righe, scritte il 14 aprile 1977 e inviate a Impastato. «Guardati bene dai tuoi veri nemici», un consiglio più che una minaccia, «Stanno studiando qualcosa, ti faranno del male».
La missiva è del tutto anonima, ma dal tono usato sembra scritta da un amico di Impastato.
CONSERVATA NEL CASSETTO DELLA MAMMA. Da anni era conservata in un cassetto della camera da letto della mamma di Peppino, Felicia Bartolotta, e lì è stata ritrovata da Giovani Impastato, il fratello di Peppino, e da Claudio Lacamera, responsabile del progetto 'Un ponte della memoria', mentre sistemavano la casa di Cinisi.
Sul giornale locale sono state pubblicate anche le fotografie della lettera anonima. Un foglio di carta e delle parole che non fanno che accrescere la rabbia per la morte di Peppino.
Fonte: Lettera43